7 domande a Fabio Vantaggiato: intervista al
co-fondatore di Easy Health

Fabio Vantaggiato, co-fondatore di Easy Health, ci racconta le scelte fondanti la nostra realtà, la sua visione sul futuro della sanità, il focus sul digital patient engagement e il ruolo che può avere la tecnologia nel migliorare l’esperienza d’insieme. 

Domande

Fabio, grazie di esserti prestato a questa intervista, è un piacere poter spendere un po’ di tempo insieme. Partiamo dall’inizio, torniamo al momento della nascita di Easy Health: a che punto eri del tuo percorso e cosa ha fatto scattare la scintilla?

Negli ultimi anni prima di dare vita a Easy Health mi stavo occupando a vario titolo di progetti in ambito sanità e ho visto molto fermento e tante novità che si susseguivano a ritmo sempre più serrato, ma ho anche visto diverse difficoltà a cogliere e mettere a terra i vantaggi legati ai cambiamenti in corso, soprattutto nel rapporto con il digitale, un vero e proprio tallone d’achille per l’Italia, che si trova nella parte bassa della classifica DESI (“Indice dell’economia e della società digitali”) che mette sotto la lente d’ingrandimento lo stato sia delle infrastrutture digitali di un Paese che la confidenza che le persone hanno con questa risorsa.

Ho maturato la consapevolezza della necessità di avere più operatori impegnati nel portare innovazione fruibile e accessibile, con un approccio centrato veramente sul paziente ed è così che è nata Easy Health, con un focus sul digital patient engagement.

A fine 2020 abbiamo avviato un’interazione con un grande gruppo ospedaliero, e questa collaborazione si è rivelata fondamentale, in quanto ci ha messo in contatto con il Centro Cardiologico Monzino, una delle migliori strutture ospedaliere a livello mondiale nell’ambito cardiovascolare.

L’incontro con il Centro Cardiologico Monzino è stato un punto di svolta per il nostro progetto. Grazie alla nostra proposta incentrata sulla tecnologia e sull’attenzione al paziente, siamo stati in grado di dimostrare il nostro valore e ottenere la loro fiducia. Questa preziosa partnership ci ha dato la spinta necessaria per prendere una decisione importante: fondare la nostra azienda e avviare lo sviluppo prima di un MVP (un servizio essenziale, ridotto all’osso) e poi di dare forma alla nostra piattaforma, easydoctor.

Questo percorso ha rappresentato una sfida entusiasmante, ma anche gratificante. Siamo consapevoli delle difficoltà che affronteremo lungo il cammino, ma siamo determinati a mettere il paziente al centro di tutto ciò che facciamo e a guidare il cambiamento positivo nel settore sanitario attraverso l’innovazione e l’utilizzo intelligente e sicuro dei dati. 

Easy Health si basa su alcuni pillar ed è tra le primissime società Benefit registrate in Italia: come è maturata questa scelta e che peso ha nelle decisioni di tutti i giorni?

Abbiamo scelto di basare Easy Health su alcuni pilastri fondamentali e di diventare una delle prime società Benefit registrate in Italia: è stata una scelta maturata con un profondo impegno per una visione di impatto sociale positivo nel settore della salute digitale. Questi pilastri sono essenziali per guidare la nostra missione di sviluppare soluzioni digitali di qualità per migliorare l’esperienza e gli esiti delle cure sanitarie.

Sopra a tutto, come già ho avuto modo di indicare, puntiamo ad una sanità sermpre più paziente centrica, incarnando i principi della Value-Based Health Care, un approccio alla sanità che sempre di più sta dimostrando la sua utilità nel mondo e che anche in Italia sta incontrando il favore di numerose realtà afferenti alla sanità. 

Il secondo di questi, la formazione, è un elemento centrale nella nostra strategia, poiché crediamo fermamente che una corretta informazione ed una maggiore consapevolezza siano aspetti fondamentali per abbracciare il cambiamento. Su questo punto, lo posso già anticipare, abbiamo in programma diversi sviluppi che presto avremo modo di condividere.

L’accessibilità della tecnologia e dei nostri servizi è il terzo pilastro chiave che abbiamo posto al centro delle nostre scelte. Vogliamo che i servizi proposti da Easy Health siano accessibili a tutte le persone, senza distinzioni, e che le nostre soluzioni siano adatte alle diverse esigenze dei nostri utenti. Ci impegniamo a fornire un servizio a valore aggiunto, cercando costantemente di migliorare e adattare le nostre offerte per soddisfare le esigenze reali dei pazienti e dei professionisti della salute.

Il peso di questi pilastri è cruciale nelle scelte che stiamo facendo come azienda. Essi guidano ogni nostra decisione, dalle strategie di sviluppo del prodotto alla comunicazione con i nostri utenti e partner. La nostra vocazione di Benefit Corporation ci spinge a perseguire un impatto sociale positivo insieme alla crescita aziendale.

Ultimamente si parla sempre più di tecnologia, in particolare intelligenza artificiale e machine learning, il cui presupposto fondamentale sono i dati. Come si sta muovendo Easy Health su questo fronte? 

Faccio una premessa: da subito Easy Health ha prestato la massima attenzione alla raccolta, gestione e trattamento del dato del paziente: ci siamo affidati da subito ai migliori operatori europei per quanto riguarda l’infrastruttura informatica e a partner di rilievo europeo sulla gestione dei trattamenti così da assicurare la massima sicurezza ai nostri clienti ed ai loro pazienti, garantendo inoltre sin da subito una doverosa coerenza tra il consenso richiesto ed il trattamento effettuato.

In questa epoca di LLM (Large Language Model) e AI generativa, in cui degli algoritmi riescono a rimescolare la conoscenza e produrne di nuova, i dati diventano ancora una volta fondamentali.

L’intelligenza artificiale generativa – se ben gestita – può accedere a vasti database di conoscenze mediche e fornire ai pazienti informazioni affidabili e basate sull’evidenza. I pazienti possono ottenere quindi informazioni sulle malattie più diffuse, le opzioni di trattamento, le misure preventive e i consigli per uno stile di vita sano, permettendo loro di prendere decisioni informate riguardo alla propria salute.

Riteniamo però fondamentale imbrigliare questo potenziale in un sistema di regole e controlli per assicurare che il valore di queste risorse sia al servizio di ogni singolo paziente.

In Easy Health crediamo che attraverso un approccio Data Driven e basato sull’evidenza (Evidence Based) si possa supportare al meglio i professionisti della salute nella gestione dei pazienti, della loro salute e della loro qualità della vita.

La missione dell’azienda – “sviluppare soluzioni digitali di qualità per migliorare l’esperienza e gli esiti delle cure sanitarie” – è davvero ambiziosa, soprattutto in Italia, dove il digitale deve ancora attecchire pienamente: quali sfide, ma anche quali piacevoli sorprese (se ce ne sono) stai incontrando nel percorso per portarla a compimento?

L’Italia è uno dei paesi che maggiormente ha bisogno di soluzioni digitali – come la nostra – per motivi differenti:

  1. L’aumento dell’aspettativa di vita: ad oggi l’Italia è al quinto posto delle classifiche che considerano la  durata media della vita della popolazione. Se questa è davvero un’ottima notizia, purtroppo secondo le previsioni sulle cronicità nei prossimi anni avremo un aumento considerevole di pazienti con una o più patologie croniche e quindi anche una maggiore richiesta di cure a cui dovremo far fronte. 
  2. La spesa sanitaria ridotta e la mancanza di personale: la spesa pubblica pro capite in ambito sanitario è di soli 3.255 dollari, a fronte di una media OCSE di 3899 dollari ed una Germania che ne spende 6930. Questa disparità di finanziamenti impone notevoli limiti e difficoltà nel garantire una copertura sanitaria adeguata e di qualità per tutti i cittadini italiani. Inoltre, la mancanza di personale medico è un’altra grave problematica da affrontare. Secondo dati dell’OCSE, l’Italia registra una carenza di oltre 30.000 medici. Questo deficit di professionisti sanitari mette a dura prova il sistema sanitario, influenzando negativamente i tempi di attesa e l’accessibilità ai servizi medici.
  3. Il modello della Value-Based Health Care (VBHC) sta muovendo i suoi primi passi anche nel nostro Paese, ma più lentamente che altrove. Ci sono segnali incoraggianti ed esempi di rilievo, ma il passaggio dal modello organizzato ospedale-centrico richiede un insieme di cambiamenti, tra cui – probabilmente il più importante – quello culturale.

Grandi sfide quindi, che passano però anche da un quotidiano di piccoli cambiamenti e di apertura al cambiamento: progetto dopo progetto, iniziativa dopo iniziativa, puntiamo a contribuire a questo percorso necessario.

La sanità italiana – pubblica e privata – presenta tante eccellenze, anche se le sfide del prossimo futuro sono davvero molte: quali sono i passi che reputi più importanti nei prossimi anni per migliorare la qualità dell’esperienza sanitaria per tutte le persone coinvolte?

È vero, le sfide sono tante e complicate, ma abbiamo dalla nostra il vantaggio di una lunga tradizione di formazione di professionisti della salute che ci invidiano in tutto il mondo e che quando si trovano a lavorare all’estero dimostrano nella pratica l’eccellenza che siamo in grado di esprimere.

Dobbiamo però impegnarci maggiormente a livello sistemico, per assicurare un livello di cura di qualità senza disparità geografiche, capace di essere davvero universale, come nelle giuste intenzioni del legislatore.

Tornando ai principi della Value-Based Health Care, la nostra grande occasione per migliorare la qualità dell’esperienza sanitaria risiede nella nostra crescente capacità di raccogliere, elaborare e condividere dati in maniera sempre più strutturata ed efficace.

Quando, magari nel rapporto con la medesima struttura, ci troviamo a riscrivere sui dei pezzi di carta più e più volte i nostri dati anagrafici, siamo di fronte ad un’esperienza del passato che dobbiamo puntare a eradicare.

Quando ci troviamo di fronte ad un medico e dobbiamo essere noi a ripetere la nostra storia clinica, portandoci dietro le copie dei nostri esami, siamo di fronte ad un’inefficienza che dobbiamo superare: in una sanità moderna, basata sui principi della VBHC, il medico deve avere accesso per tempo ad un Fascicolo Elettronico del paziente il più possibile aggiornato e completo, da completare certamente con l’intervista al paziente, ma senza che quest’ultima sia l’unica modalità per conoscere il paziente.

Ecco il cambio di paradigma, ecco il dato che diventa utile, ci fa risparmiare tempo e ci porta a diagnosi migliori e non solo: una volta digitalizzato e condiviso – nelle giuste modalità e nel rispetto della privacy – il dato diventa sapere condiviso, utile alla ricerca per individuare schemi e correlazioni che possono rivelarsi fondamentali per lo sviluppo di terapie e PDTA (Percorsi Terapeutici Diagnostico Assistenziali) migliori. 

Continuiamo a proiettarci in avanti: per quello che ci puoi condividere, quali sono gli sviluppi che vedi nel futuro di Easy Health?

Per realizzare la nostra visione di una sanità accessibile e centrata sul paziente, stiamo intraprendendo un percorso di certificazione ISO 13485. L’obiettivo è ottimizzare la nostra piattaforma entro la fine del 2024, estendere la presenza della nostra tecnologia in ospedali, sia pubblici che privati, e sviluppare un itinerario per una specialità clinica, affinché il paziente possa gestire in maniera completa la sua Patient Journey.

La nostra proiezione è chiara: immaginiamo un futuro sanitario in cui cura e prevenzione si fondono, e dove ogni scelta terapeutica rispecchi le reali esigenze e preferenze del paziente. In questo contesto, Easy Health desidera essere il ponte che connette il paziente alle migliori soluzioni sanitarie. 

Grazie ancora per il tuo tempo, siamo in chiusura: prima di lasciarti però, ci dici 2 o 3 cose che ti piacciono del tuo lavoro e 2 o 3 cose che ti “piacciono meno”?

Le cose che mi piacciono del mio lavoro sono davvero tante, ma se proprio devo trovarne un paio che mi piacciono più di altre direi:

  1. Impact oriented: Sono profondamente motivato dal desiderio di fare la differenza e avere un impatto positivo nella vita delle persone. Mi piace lavorare su progetti e iniziative che abbiano un significativo impatto sociale o che possano contribuire a migliorare il benessere della comunità. Sapere che il mio lavoro può fare la differenza mi dà una gratificazione unica.
  2. From Idea to Execution: Adoro il processo creativo di trasformare idee in realtà concrete. Partire da una semplice intuizione e lavorare per sviluppare e implementare un progetto mi dà una grande soddisfazione. La sfida di portare avanti un’idea e vedere come si evolve nel tempo mi stimola e mi motiva a dare sempre il massimo.

 

Per le 3 cose che mi piacciono meno invece:

  1. Vorrei vedere l’Italia al pari di altri Paesi – come la vicina Francia –  sostenere con maggior intenzione e soprattutto risorse il mondo delle startup: ne hanno compreso – probabilmente più di noi – il potenziale e stanno creando le condizioni per il maturare di realtà innovative i cui benefici ricadono su tutta la società. Su questo punto possiamo sicuramente fare meglio, anche per creare le condizioni per assicurare alle startup che lo meritano di diventare più agevolmente scaleup.
  2. Mi sto impegnando per gestire meglio l’equilibrio tra le mie energie ed il mio desiderio di portare valore al mercato con i tempi di questo settore, spesso giustificati da una reale volontà di prestare la massima attenzione nell’interesse del paziente e qualche volta invece figli di una burocrazia che non sempre si sposa con il dinamismo dell’innovazione digitale. 
  3. La diffidenza che – ancora oggi – a volte incontro rispetto ad una proposta come la nostra: mi rendo conto che spesso non è rivolta alla nostra proposta nello specifico, ma nasce da una generale diffidenza verso le novità e una scarsa confidenza con la tecnologia in genere. È un vero peccato, perché vedo nel mondo come alcune di queste proposte stanno portando molto valore alle persone, ai professionisti della salute e ai sistemi sanitari in genere. Non per questo ci perdiamo d’animo, anzi: sappiamo che il cambiamento è fatto di tanti piccoli rivoli che, insieme, possono diventare un fiume in piena. Tra quei rivoli ci siamo anche noi, con il nostro impegno.

Con queste parole di Fabio, che ringraziamo, chiudiamo questa nostra prima intervista, dandovi appuntamento nelle prossime settimane per conoscere più da vicino Easy Health e le sue persone. Nel mentre, se già non lo fate, potete unirvi alle oltre 2000 persone che ci seguono su LinkedIn, vi aspettiamo! 

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A cura di:
Emma Vitiello
Emma Vitiello

Marketing Manager & Co-founder @easydoctor

Laureata in Lettere Moderne e successivamente in Gestione dei Contenuti Digitali, ha ottenuto due borse di studio in Marketing Digitale e Growth Hacking presso Talent Garden. È la Responsabile Marketing di easydoctor e lavora come consulente per l’implementazione di strategie di marketing digitale.

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